20 Settembre 2025

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Prato, il 28 settembre lo spettacolo teatrale con persone senza fissa dimora come protagonisti

Prato, il 28 settembre lo spettacolo teatrale con persone senza fissa dimora come protagonisti

Uomini e donne senza dimora e studenti sono gli attori protagonisti dello spettacolo teatrale basato su "Il rigore più lungo del mondo" di Osvaldo Soriano, per la regia di Stefano Luci, che andrà in scena il 28 settembre alle 21 (ingresso libero) al in viale Borgo Valsugana 153 nella sede del Centro Servizi.

In un paesino sperduto della Patagonia, un arbitro fischia un rigore proprio allo scadere della partita decisiva del campionato della Valle del Rio Negro. La squadra favorita esulta, ma gli avversari protestano e l’esecuzione viene rinviata di un’intera settimana. Da quel momento, tutto il paese vive in funzione di quel tiro: i giocatori si allenano con ossessione, i tifosi si dividono in fazioni, i dirigenti complottano e anche la vita quotidiana si sconvolge. Con umorismo, ironia e tenerezza, lo scrittore argentino Osvaldo Soriano trasforma un semplice rigore in un’epopea, dove il calcio si intreccia con le passioni, le miserie e i sogni della gente comune.

Sul palco saliranno gli ospiti del centro di accoglienza Casa “Renato Ciabatti”, che accoglie fino a 22 ospiti residenziali, del Centro Servizi Hub sociale, che ospita attività di molte associazioni del nostro territorio e del Centro diurno che accoglie giornalmente circa una trentina di persone. Il progetto finanziato dalla Società della Salute Area Pratese, è nato dalla collaborazione fra le cooperative Pane e Rose e Il Girasole che lo gestiscono insieme.

Insieme a loro in scena ci saranno i ragazzi del laboratorio teatrale del liceo Copernico di Prato.

“La storia scelta racconta la forza di un gruppo di persone che, partendo da una posizione di svantaggio sociale ed economico, arrivano a ricoprire un ruolo da protagoniste grazie alla forza della comunità, che fa la differenza in questa memorabile impresa collettiva e individuale. Una storia attuale e necessaria, realizzata grazie a un percorso di partecipazione e protagonismo rivolto ad attori non professionisti” spiega Stefano Luci, della cooperativa Il Girasole, regista e coordinatore dell'equipe, nonchè referente, formatore e conduttore nell'esperienza di teatro messo in piedi con un gruppo di uomini che frequentano e abitano adesso nella struttura e gli studenti.

“L'arte crea un terreno comune dove le storie personali trovano ascolto, riconoscimento, confronto, empatia, valore sociale. L' arte può essere un ponte fra chi si ritrova ai margini di questa società e chi non sa cosa succede ai margini. L'arte, il teatro, la scrittura e in generale tutto ciò che stimola il pensiero artistico e espressivo, producono non solo valore sociale collettivo e individuale inestimabile, ma anche un benessere mentale ed emotivo che è un antidoto alla sofferenza” commenta Sara Staffieri di Pane e Rose.

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